31 maggio 2021 www.healthdesk.it, 30/05/2021
Nuove terapie
La nuova tecnologia presentata su Pnas potrebbe rivoluzionare il trattamento dei tumori e non solo. Le cellule tumorali vengono indotte a produrre degli anticorpi capaci di distruggerle. È come istigare il tumore al suicidio. L’approccio potrebbe servire acne per le terapie e i vaccini anti Covid Istigare il tumore al suicidio. È la nuova strategia terapeutica messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Zurigo descritta su Proceedings of the National Academy of Sciences che sono riusciti a trovare il modo di indurre l’organismo ad auto-prodursi l’arma con cui attaccare il cancro. Un’arma ad alta precisione capace di agire nel punto esatto in cui ce ne è bisogno riducendo quindi il rischio di effetti collaterali. La nuova tecnologia, chiamata SHREAD (SHielded, REtargetted ADenovirus), è stata testata con successo sui topi. I ricercatori hanno sfruttato un adenovirus come cavallo di Troia per trasportare all’interno delle cellule tumorali alcuni geni terapeutici. Una volta entrati, i geni rilasciati inducono lo stesso tumore a produrre anticorpi terapeutici, citochine e altre sostanze di segnalazione che si rivoltano contro il cancro con lo scopo di eliminarlo. «Con l’inganno portiamo il tumore ad autodistruggersi attraverso la produzione di agenti antitumorali da parte delle sue stesse cellule», afferma Sheena Smith dell’Università di Zurigo che ha guidato lo studio. Insomma, il tumore si suicida e questa operazione autolesionista è particolarmente sicura per il resto dell’organismo perché le sostanze antitumorali sono indirizzate in maniera precisa contro il bersaglio che devono colpire e non c’è il rischio che se ne vadano in giro a danneggiare tessuti sani.
La nuova tecnologia è stata testata sui topi con tumore alla mammella. Gli animali trattati con SHREAD hanno prodotto all’interno del tumore l’anticorpo trastuzumab in quantità anche superiori a quelle osservate quando il farmaco viene iniettato nella maniera tradizionale. Inoltre gli anticorpi restavano nei paraggi del tumore senza entrare nel circolo sanguigno o negli organi sani. L’intero processo di autodistruzione del tumore è stato seguito “in diretta” grazie una sofisticata tecnologia di imaging tridimensionale a elevata risoluzione che ha permesso di osservare come gli anticorpi prodotti dal tumore stesso penetrino nei vasi sanguigni del tumore distruggendone le cellule. Secondo gli autori della scoperta, la tecnologia SHREAD potrebbe venire utilizzata anche per altre patologie oltre a quelle tumorali, in particolar modo per quelle trattate con i farmaci biologici a elevato rischio di effetti tossici. Ma è possibile pensare di sfruttarla anche nei pazienti con Covid-19. È già in corso infatti una sperimentazione del sistema SHREAD per l’autoproduzione degli anticorpi anti-Covid direttamente nei polmoni. Il nuovo trattamento potrebbe essere somministrato per via inalatoria.
«L’obiettivo della somministrazione di farmaci antitumorali è raggiungere livelli elevati di terapie all’interno dei tumori con un’esposizione sistemica minima che potrebbe causare tossicità. La produzione di farmaci biologici direttamente in situ che si diffondono e agiscono localmente è un’alternativa interessante alla somministrazione diretta di terapie ricombinanti», scrivono i ricercatori.
La nuova tecnologia potrebbe servire anche per la realizzazione di vaccini anti Covid in forma di spray nasale.
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